mercoledì 23 aprile 2014

Il Novecento e la diffusione delle scienze umane: Freud e la psicoanalisi

Per contestualizzare la nascita della psicoanalisi nella storia del pensiero occidentale, convenzionalmente fatta coincidere  con la pubblicazione nel 1900 dell'opera "L'interpretazione dei sogni" del fondatore stesso della disciplina, il medico ebreo Sigmund Freud  (6 maggio 1856- 23 settembre 1939) e  per comprendere un significato della sua celebre affermazione  "La mia vita è la psicoanalisi" desidero riportare due analisi: 
1. La citazione che segue è una sintesi della prof.ssa Silvia Vegetti Finzi, docente psicologia dinamica all'università di Pavia, tratta dal volume "Storia della psicoanalisi, autori opere teorie 1895-1990":

"psicoanalisi: una delle forme di quel "pensiero negativo" che segna la fine della sintesi classica, la crisi della ragione unitaria e normativa che aveva dominato per secoli il pensiero occidentale. Ma se la ragione - sottoposta allo sguardo analitico - appare attraversata da un incancellabile ombra, è però nella prospettiva di ampliarne i confini che Freud recupera i suoi scarti: il sogno, il lapsus, il sintomo. Lungi dall'essere un'impresa irrazionale, quella psicoanalitica ci appare l'estremo tentativo della ragione di annettere nel suo ambito anche gli elementi ad essa più estranei, di compiere una colonizzazione che, almeno nell'esperienza di Freud, assume i toni di una avventura illuministica".    Vegetti Finzi [1986] p.19.



2. Citazione tratta da "Nostalgia del padre. Religione ed illusione nel pensiero di Freud" del prof. Petterlini Arnaldo 1993
Scrive Freud rispetto alla psicoanalisi " Già nell'epoca d'oro del pensiero psicoanalitico, nel 1912, avevo tentato, con il mio libro Totem e tabù, di utilizzare le nuove conoscenze psicoanalitiche per studiare le origini della religione e della moralità. Due saggi poi proseguirono questo indirizzo di pensiero. Mi resi conto con sempre maggior chiarezza che gli eventi della storia, gli influssi reciproci fra natura umana, sviluppo civile e quei sedimenti di avvenimenti preistorici di cui la religione è il massimo rappresentatnte, altro non sono che il riflesso dei conflitti dinamici fra Io, Es e Super io, studiati dalla psicoanlisi nel singolo individuo: sono gli stessi processi ripresi su uno scenario più ampio". Il prof. Petterlini collega l'interpretazione freudiana alla lettura antropologica di Feuerbach: "la coscienza che l'uomo ha di Dio è la conoscenza che l'uomo ha di sé. La religione è la prima, ma indiretta autocoscineza dell'uomo. L'uomo sposta il suo essere fuori da sé, prima di trovarlo in sé.

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