mercoledì 2 aprile 2014

La sinistra hegeliana: cenni e interpretazioni.

Sintesi lezione:
come di consueto apriamo una nuova unità con la presentazione di una nuova concezione filosofica percorrendo e selezionando nel manuale in adozione le informazioni, i concetti ed i riferimenti principali degli autori per poter accostarsi poi ai testi e commentarli.
Noto come ancora qualcuno di voi si perda nel libro. Saltando e selzionando è bene cercare di portare il libro e prestare attenzione,  più volte vi ho spiegato che il programma è vasto ed è previsto per linee tematiche, cerco di guidarvi con spiegazioni terminologiche sulle parti essenziali. Per ogni altro aspetto siete liberi di leggerveli, quando avrete più tempo, vper chiarimenti (non esistono domande sbagliate bensì errato è temere di porle) invito sempre a scrivere per via telematica, affinchè il tempo della lezione sia concentrato soprattutto sul programma prestabilito (vi ho spiegato che abbiamo provato a recuperare il possibile).

Dobbiamo ormai sollevarci da un approccio solamente scolastico, fondamentale tuttavia nell'abituarci ad un ritmo nello studio, per esercitare anche una certa elasticità critica,  cogliendo collegamenti tra testi e idee, provando a rapportarli tra loro: i testi sono le fonti principali e restano un punto di riferimento fondamentale, soprattutto quando concetti molto simili, od argomentazioni vengono rovesciate, posizioni confutate ect...

Filosofia quindi quale esercizio all'elasticità del pensiero. Per aiutarvi ho pensato di riportarvi qui la lezione evidenziando ciò che è importante memorizzare prima di ogni libero filosofare, dato che eravate un poco affaticati e mi preme quindi chiarire ulteriormente i concetti.

Oggi abbiamo approntato un nuovo argomento, dopo una brevissima, purtoppo, conoscenza di un pensatore particolarmente dedito ad esplorare, con sguardo disincantato, le dinamiche più interiori e psicologiche dell'umano,  ritorniamo alle riflessioni pratiche,  legate alla dimensione dell'agire degli uomini, temi di filosofia politica, di concenzioni sulla storia, di religione che hanno fatto sorgere determinati movimenti politici e dato avvio anche a nuove discipline, come ad es. Feuerbach che con il suo identificare la filosofia con l'antropologia, lo potremmo cosiderare il teoreta dell'antropologia, successivamente dstinta in  disciplina autonoma  proprio con  un filosofo ed antropologo del 900 che abbiamo conosciuto nel primo q. ovvero Claude Levi Strauss, il quale, non a caso interpreterà l'uomo tra sociologia, psicoanalisi, antropologia e marxismo e strutturalismo linguistico.
Qualcuno poi si è spaventato dei moltri altri autori appena accennati dal testo, autori che  riportano gli stessi cognomi ed io per aiutarvi vi ho consigliato eventualmnete di leggerli in altri momenti, stiamo già conoscendo molti pensatori e molte filosofie, ci bastano quelli tradizionalmente studiati nei programmi e che vi invito a ricordare.

Ricapitolando:

I principali pensatori della sinistra hegeliana sono Feuerbach  (1804-1872)  e Marx (1818-1883)
I quali concordano nell'identificare lo Spirito (concetto hegeliano) con l'Umanità, la realtà è colta nella sua conflittualità dialettica; in politica elaborano idee progressiste.

Feuerbach: filosofia come antropologia - umanesimo naturalistico
Ricordiamo fu allievo di Hegel all'università di Berlino, a partire dal '38, aderendo alla Sinistra hegeliana, ( le due principali interpretazioni  del l'idealismo hegeliano saranno distinte nelle connotazioni di destra e sinistra ad ispirazione del parlamento francese) confuterà il maestro rovesciando completamente il paradigma tra pensare ed essere, dirà che non è l'idea a farsi reale, bensì che l'idea, il concetto derivano dal concreto: è dall'esperienza naturale dell'uomo che  sorge ogni  filosofia. Assimilerà quindi la filosofia con l'antropologia, affermazione chiarificata poi nell'opera Principi della filosofia dell'avvenire (1843) quale teoria dell'uomo.
 
 Ludwing Feuerbach  nell'opera più celebre L'essenza del cristianesimo (1841) critica la religione considerandola una forma di alienazione, facendosi così  esponente di una forma estrema di ateismo: scriveva infatti che Dio è un prodotto dell'uomo il quale nella divinità aliena se stesso; nel senso che tutti i predicati che l'uomo ha da sempre proiettato nella divinità, ad . es. onnipotenza, immortalità, potenza in realtà siano qualità della collettività umana, umanità in quanto genere, che  prima di sentirsi tale, nel suo primo stadio, quello di individui naturali, per un senso di dipendenza e timore della natura, tenderebbero a proiettare nella religione   tutte quelle qualità  che invece possiedeso in quanto appartenenti al genere umano.
L'umanesimo naturalistico di Feuerbach è il punto di partenza della riflessione marxista.

Marx
Karl Marx studia a Jena e conosce Feuerbach del quale riprende il rovesciamento della logica hegeliana, affermando quindi una concezione materialistica dell'uomo. Criticherà ad Hegel  di non aver spiegato  le dinamiche reali della società, lo Stato ed il diritto sono creati dagli uomini e non viceversa.
Emigrato in Francia conosce Engels e si occupa di economia politica: scrive nel 1844 i Manoscritti economico-filosofici. Lì rifletterà sull'essenza umana condizionata dall'ambiente naturale ma anche sociale,  l'uomo prende significato in relazione alla società in cui esiste., quindi è modificando la società concreta che si potranno cambiare le idee.

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