venerdì 20 giugno 2014

:)

Cari Vas,

spero, nonostante la difficile impresa di gestione dell'ansia, ricordo necessaria per affrontare con energia e volontà qualunque prova nella vita,  sia stata un'esperienza soddisfacente per voi scrivere, le tracce della prima prova erano davvero fantastiche!

Invito ad una navigata nel sito del Priore della Comunità di Bose, Enzo Bianchi, illustre ospite al Festival della Filosofia di Modena.
Il tema della gratitudine e del dono richiama inevitabilmente anche il "Saggio sul dono" del 1923 opera di Marcel Mauss: antropologo e storico delle religioni francese  (1872-1950) che ha ispirato il celebre padre dell'antropologia strutturalista Claude Levi Strauss.


Eh, solamente per ricordarvelo, nel registro elettronico, data 1 ottobre 2013... vi ricordate la lettura del nostro importante filosofo Umberto Galimberti? E le riflessioni sulla natura ed il rapporto con la tecnologia?
Dobbiamo ringraziare la mente di  "Psiche e Techne".

Ecco quanto scritto nel registro:  do you remember?
" consegnata, letta e commentata scheda ambiti del filosofare.
Metafisica antica e scienza: significato di sapere incontrovertibile, epistemico.
Temi per riflettere: valore relazione scienza, sapere oggettivo e tecnica oggi:lettura p.277-279 "Psiche e Techne" U. Galimberti. Discussione guidata."

Ora vorrei riportarvi, e condividerli con voi, alcuni pensieri sullo scrivere dello scrittore  Ray  Bradbury in "Lo zen e l'arte della scrittura" 1986, pp. 8-9. pubblicato nel 2000 da DeriveApprodi srl Roma.

" E cosa ci insegna, mi chiederete voi, il fatto di scrivere?
Prima di tutti ci ricorda che siamo vivi e che questo è un dono  e un privilegio, e non un diritto. Dobbiamo guadagnarci la vita, una volta che ci è stata concessa. La vita chiede in cambio delle ricompense per averci concesso l'animazione.
 [...]
Secondariamente, vivere è sopravvivere. Ogni arte, ogni buon lavoro lo è. Non scrivere, per molti di noi, equivale a morire.
Dobbiamo armarci tutti i santi giorni, forse sapendo che la battaglia non può essere vinta del tutto, ma combattere dobbiamo, anche per poco. Il più piccolo sforzo per vincere significa, alla fine di ogni giorno, una specie di vittoria.
Ricordate il pianista che disse che se non si fosse esercitato ogni giorno se ne sarebbe accorto lui, se non l'avesse fatto per 2 giorni se ne sarebbero accorti i critici, dopo tre giorni gli spettatori, se ne sarebbero accorti. Questo è vero per gli scrittori. Non che il vostro stile, qualsiasi esso sia, si dissolva nel giro di pochi giorni. Ma quello che succederebbe è che il mondo vi raggiungerebbe. Se voi non scrivete tutti i giorni [...]

Perchè la scrittura ammette esattamente la verità, la vita, la realtà che voi siete capaci di mangiare, digerire senza iperventilare. Ho imparato, nei miei viaggi, che se resto un giorno senza scrivere comincio ad agitarmi [...] Un'ora di scrittura è un tonico.

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