sabato 8 febbraio 2014

Dalla Naturphilosophie alla Deep ecology



FILOSOFIA
ESERCIZIO 6 PAG. 556
LA “DEEP ECOLOGY” E LA SPIRITUALITÀ DELLA NATURA

 Scrive Beatrice:


La “Deep ecology” è una visione del mondo che richiede un profondo rispetto per tutti gli esseri esistenti e per tutte le relazioni che li collegano. La nostra specie non ha un valore distaccato, è parte della natura. La natura è considerata dai romantici come una realtà organica, vivente, spirituale; non è dunque meccanica. L’uomo dovrebbe vivere con essa un rapporto profondo dal momento che la vita dell’uomo è espressione della vita della natura stessa. L’uomo moderno, troppo “preso” dai suoi interessi e dalla voglia di affermarsi, si è allontanato radicalmente dal pensiero romantico. Il ritorno a questo pensiero è impossibile: l’uomo di oggi è razionale e, in quanto tale, spiega la natura secondo principi meccanicisti e, a differenza del romantico, non riesce più a stupirsi della natura nei suoi modi di apparire (quali, per esempio, le stagioni e i tramonti), si sorprende solo di ciò che la natura può offrirgli in termini di vantaggi. Si è giunti a considerare la natura come una realtà da sfruttare, fonte di materie che possono portare, una volta studiate e lavorate, ad una nuova ricchezza. La Deep ecology cerca di avvicinare l’uomo alla natura, anche se in modo diverso dai romantici. La natura è si una realtà capace di darci ricchezze e soprattutto risorse indispensabili (quali, per esempio, acqua e aria), ma è anche fatta di alberi e animali che sono dei veri e propri organismi viventi costretti ad assistere inermi a ciò che l’uomo testa (spesso su di loro) e crea (spesso distruggendo). Gli esseri viventi che costituiscono  o abitano la natura, ma anche la natura stessa in tutte le sue componenti, hanno il diritto di godere a pieno di quanto la natura offre. Oggi si cerca, giustamente, di far rispettare la natura per non far trovare alle future generazioni situazioni drammatiche; ecco che il pensiero dei romantici ritorna: la vita dell’uomo è la vita della natura. Credo che l’attuazione dell’ecologia profonda e la sensibilizzazione delle persone su questo tema siano due validi strumenti per raggiungere il rispetto di alcuni diritti dell’uomo  e a tutti quelli della natura.

L'espressione ecologia profonda [deep ecology] è stata coniata dal filosofo norvegese Arne Næss nel 1973 e, sempre lui, aiutò a descriverne le basi teoriche. Personalmente penso che questa concezione attuale rimandi alla concezione romantica di una spiritualità della natura, soprattutto nella Naturphilosophie di Goethe che sostiene che dal panteismo derivi un approccio scientifico organicistico e vitalistico.
Condivido pienamente il pensiero di questa “filosofia ambientale” in quanto la natura è portatrice di diritti, come d’altronde lo siamo noi uomini: uomo e natura devono essere messi sullo stesso piano e non a posizioni diverse. L’uomo non ha il diritto di sottomettere l’ambiente in cui vive esclusivamente per necessità di comodità, e non solo per prevenire disastri naturali che possono provocare danni per l’umanità, ma perché non ne ha il potere. Salvaguardare la natura, l’ambiente in cui viviamo e l’atmosfera dovrebbero essere dei nostri doveri.  Alessia Dittadi



Io non penso che la natura abbia uno spirito suo, ma credo che ci sia qualcosa che non conosciamo che colleghi il mare alle montagne, la notte e il giorno e il caldo al freddo; ci deve essere qualcosa che abbia deciso tutto questo.
La Natura non è una divinità per noi occidentali, ma io penso che bisogna rispettarla per quello che è, come gli antichi greci  veneravano ‘’Era’’ noi dobbiamo rispettarla egualmente a loro, non avere paura di essa; ma fermarci senza provocarla perché lei in quasi tutti i casi alla fine si vendica e ci farà pagare tutti i nostri errori un giorno quando sarà troppo tardi.
L’ecologia deve servire per studiare i comportamenti della natura per quello che è, quindi è inutile che l’uomo continui a cercare di prevedere quando avverrà un terremoto o l’eruzione di un vulcano, al momento noi umani siamo sottomessi alla natura stessa in questo campo; sta a noi umani cercare di prevedere i nostri errori, capire i nostri errori prima che sia lei a rimettere a posto la situazione.
La Natura ha dei diritti come una persona; solo che essa è tutto intorno a noi, dentro di noi è ovunque intorno alla nostra vita ed esistenza, senza di essa non esisteremmo.
Per questo è essenziale rispettarla e allo stesso tempo temerla. Mattia Maurizi Enrici



Filippo Canel scrive:

1) Ritengo che un concetto come quello della deep ecology, considerando soprattutto il suo carattere così radicale, possa essere facilmente paragonato al romanticismo europeo del diciottesimo e del diciannovesimo secolo. La caratteristica principale che entrambi questi movimenti condividono è secondo me la tendenza ad idealizzare il soggetto della loro riflessione per esaltarne il valore e gli effetti che puó avere su altre entità.

2) Non posso condividere completamente il concetto di deep ecology, data la mia lontananza da idee così radicali. Tuttavia ritengo che il dovere dell'uomo di rispettare la natura non debba essere sostenuto solamente come forma di prevenzione contro cataclismi di vario genere, ma dovrebbe essere affrontato come un impegno per il mantenimento di un equilibrio naturale indispensabile di cui beneficiano tutti gli esseri viventi.


Con la deep ecology (ecosistema profondo) si cerca di individuare un' etica biocentrica che pone l'ambiente come soggetto principale. Vede il ruolo dell'uomo come parte dell'ecosfera, come meccanismo, analizzandolo secondo principi fondamentali.
L'ecologia non serve  solo a prevenire disastri naturali ma cerca di conciliare il continuo mutare dello spitito dell'uomo con la natura che nonostante evolva con lui artificiosamente resta l'origine della vita, che perde equilibrio se alterato dall uomo. L'ecologia studia come preservare la natura cosi da poterne tramadare la  bellezza e il significato alle generazioni future,  studiando il rapporto di vita- morte che l'uomo sta dettando sulla natura si cerca di prevenire il disastri causati dai diversi interventi. Penso che l'ecologia non studi solo le cause e gli effetti sulla natura ma cerca di mantenere vivo il rapporto di sintonia e rispetto che gli antichi avevano con l'ecosistema. Carmen Callegaro

 Greta De Marchi, classe 5as
Il concetto di deep ecology è stato coniato dal filosofo norvegese Arne Næss nel 1973. Questa filosofia ambientale denominata "ecologia profonda" nasce come protesta nei confronti della mentalità finalizzata puramente all'ottenimento del più elevato profitto e alle conseguenze della rivoluzione industriale che hanno portato all'attuale situazione e degrado ambientale in cui tutto gira intorno allo sfruttamento della natura considerata semplicemente come necessità per favorire un modello di vita antropocentrico.
Questo pensiero punta a considerare la natura non più subordinata all'uomo, non più messa in secondo piano, non più maltratta o distrutta ma poterla giudicare con rispetto e considerarla preziosa, degna di difesa e ammirazione.
Sono convinta che questa visione del mondo rimandi all'idea di una spiritualità della natura tipica del romanticismo, in quanto nell'Ottocento l'uomo ricercava un equilibrio, una sintonia con la natura, sentendosi parte di essa. I romantici descrivevano il proprio stato d'animo e i propri sentimenti attraverso l'immaginazione o la visione di paesaggi che suscitavano in loro forti emozioni riuscendo così ad apprezzarla pienamente e perfino ad omaggiarla.
Oltretutto, l'uomo romantico trovava nella natura il proprio rifugio e la propria fuga dal mondo reale considerato oppressivo e insoddisfacente.
Riguardo quest'aspetto un importante filosofo e scrittore statunitense del settecento, Henry David Thoreau, intraprese un importante esperimento "ecologico" diventando così uno dei padri dell'ambientalismo: visse per ben due anni a stretto contatto con la natura, riuscendo a sopravvivere solamente grazie al proprio lavoro e alla propria fatica, per riuscire a "ritrovare se stesso" e vivere una vita vera costellata da emozioni e sensazioni che solo la natura, secondo il suo pensiero, sarebbe riuscita a fargli provare.




Il modo in cui l’uomo si comporta con la natura è cambiato nel corso del tempo.
Mentre in passato si cercava di preservare l’equilibrio dell’ambiente, del suolo e dell’habitat in cui viveva l’uomo in quanto egli era consapevole che rappresentava una fonte inesauribile e fondamentale per vita di tutti.
Oggi invece con lo sviluppo delle tecnologie e con il benessere in cui viviamo, la natura rappresenta soltanto un mezzo per poter arrivare a scopi umani. Con le nostre attività distruggiamo ambienti naturali fondamentali per gli equilibri del nostro pianeta, vengono effettuati disboscamenti, sfruttiamo eccessivamente il territorio agricolo causando l’erosione del suolo siamo responsabili della desertificazione che interessa le savane facciamo scomparire per sempre numerose specie viventi che con noi dividono il pianeta, e a causa delle sostanze nocive contaminiamo la Terra e le falde acquifere che costituiscono un importante riserva d’acqua non solo per il suolo e l’ambiente ma soprattutto per la popolazione. Infatti molte aree in cui sorgevano le falde l’uomo vi ha costruito insediamenti comportando la distruzione di esse. I disastri ambientali sono la conseguenza anche dell’accumolo di rifiuti nel mare, dei fiumi, dell’inquinamento dell’aria e dell’effetto serra che creano problemi nel cambiamento climatico.
Gli scienziati e gli ecologisti sono preoccupati di questa situazione tanto che sono nate delle campagne per istruire in particolare le nuove generazioni ad impegnarsi a rispettare l’ambiente.
L’ecologa ma anche la deep-eonomy, la nuova filosofia a favore dell’ambientalismo si sta espandendo per prevenire la distruzione del Pianeta ed evitare che l’egoismo dell’uomo non comprometta l’equilibrio naturale.
Gandhi diceva dimenticare come scavare la terra e prendersi cura del suolo è dimenticare noi stessi.
Giulia Alessandrini







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