FILOSOFIA
ESERCIZIO 6 PAG. 556
LA “DEEP ECOLOGY” E LA SPIRITUALITÀ DELLA NATURA
Scrive Beatrice:
La “Deep ecology” è una visione
del mondo che richiede un profondo rispetto per tutti gli esseri esistenti e
per tutte le relazioni che li collegano. La nostra specie non ha un valore
distaccato, è parte della natura. La natura è considerata dai romantici come
una realtà organica, vivente, spirituale; non è dunque meccanica. L’uomo
dovrebbe vivere con essa un rapporto profondo dal momento che la vita dell’uomo
è espressione della vita della natura stessa. L’uomo moderno, troppo “preso”
dai suoi interessi e dalla voglia di affermarsi, si è allontanato radicalmente
dal pensiero romantico. Il ritorno a questo pensiero è impossibile: l’uomo di
oggi è razionale e, in quanto tale, spiega la natura secondo principi
meccanicisti e, a differenza del romantico, non riesce più a stupirsi della
natura nei suoi modi di apparire (quali, per esempio, le stagioni e i
tramonti), si sorprende solo di ciò che la natura può offrirgli in termini di
vantaggi. Si è giunti a considerare la natura come una realtà da sfruttare,
fonte di materie che possono portare, una volta studiate e lavorate, ad una
nuova ricchezza. La Deep ecology cerca di avvicinare l’uomo alla natura, anche
se in modo diverso dai romantici. La natura è si una realtà capace di darci
ricchezze e soprattutto risorse indispensabili (quali, per esempio, acqua e
aria), ma è anche fatta di alberi e animali che sono dei veri e propri
organismi viventi costretti ad assistere inermi a ciò che l’uomo testa (spesso
su di loro) e crea (spesso distruggendo). Gli esseri viventi che
costituiscono o abitano la natura, ma
anche la natura stessa in tutte le sue componenti, hanno il diritto di godere a
pieno di quanto la natura offre. Oggi si cerca, giustamente, di far rispettare
la natura per non far trovare alle future generazioni situazioni drammatiche;
ecco che il pensiero dei romantici ritorna: la vita dell’uomo è la vita della
natura. Credo che l’attuazione dell’ecologia profonda e la sensibilizzazione
delle persone su questo tema siano due validi strumenti per raggiungere il rispetto
di alcuni diritti dell’uomo e a tutti
quelli della natura.
L'espressione
ecologia profonda [deep ecology] è stata coniata dal filosofo norvegese Arne
Næss nel 1973 e, sempre lui, aiutò a descriverne le basi teoriche. Personalmente
penso che questa concezione attuale rimandi alla concezione romantica di una
spiritualità della natura, soprattutto nella Naturphilosophie di Goethe che sostiene che dal panteismo derivi un
approccio scientifico organicistico e vitalistico.
Condivido
pienamente il pensiero di questa “filosofia ambientale” in quanto la natura è
portatrice di diritti, come d’altronde lo siamo noi uomini: uomo e natura
devono essere messi sullo stesso piano e non a posizioni diverse. L’uomo non ha
il diritto di sottomettere l’ambiente in cui vive esclusivamente per necessità
di comodità, e non solo per prevenire disastri naturali che possono provocare
danni per l’umanità, ma perché non ne ha il potere. Salvaguardare la natura,
l’ambiente in cui viviamo e l’atmosfera dovrebbero essere dei nostri
doveri. Alessia Dittadi
Io non penso che la natura abbia uno spirito suo, ma credo
che ci sia qualcosa che non conosciamo che colleghi il mare alle montagne, la
notte e il giorno e il caldo al freddo; ci deve essere qualcosa che abbia
deciso tutto questo.
La Natura non è una divinità per noi occidentali, ma io
penso che bisogna rispettarla per quello che è, come gli antichi greci veneravano ‘’Era’’ noi dobbiamo rispettarla
egualmente a loro, non avere paura di essa; ma fermarci senza provocarla perché
lei in quasi tutti i casi alla fine si vendica e ci farà pagare tutti i nostri
errori un giorno quando sarà troppo tardi.
L’ecologia deve servire per studiare i comportamenti della
natura per quello che è, quindi è inutile che l’uomo continui a cercare di prevedere
quando avverrà un terremoto o l’eruzione di un vulcano, al momento noi umani
siamo sottomessi alla natura stessa in questo campo; sta a noi umani cercare di
prevedere i nostri errori, capire i nostri errori prima che sia lei a rimettere
a posto la situazione.
La Natura ha dei diritti come una persona; solo che essa è
tutto intorno a noi, dentro di noi è ovunque intorno alla nostra vita ed
esistenza, senza di essa non esisteremmo.
Per questo è essenziale rispettarla e allo stesso tempo
temerla. Mattia Maurizi Enrici
Filippo Canel scrive:
1) Ritengo che un concetto come quello della deep ecology, considerando soprattutto il suo carattere così radicale, possa essere facilmente paragonato al romanticismo europeo del diciottesimo e del diciannovesimo secolo. La caratteristica principale che entrambi questi movimenti condividono è secondo me la tendenza ad idealizzare il soggetto della loro riflessione per esaltarne il valore e gli effetti che puó avere su altre entità.2) Non posso condividere completamente il concetto di deep ecology, data la mia lontananza da idee così radicali. Tuttavia ritengo che il dovere dell'uomo di rispettare la natura non debba essere sostenuto solamente come forma di prevenzione contro cataclismi di vario genere, ma dovrebbe essere affrontato come un impegno per il mantenimento di un equilibrio naturale indispensabile di cui beneficiano tutti gli esseri viventi.
Con la deep ecology (ecosistema profondo) si cerca di
individuare un' etica biocentrica che pone l'ambiente come soggetto principale. Vede il ruolo dell'uomo come parte dell'ecosfera, come
meccanismo, analizzandolo secondo principi fondamentali.
L'ecologia non serve solo a prevenire disastri naturali ma
cerca di conciliare il continuo mutare dello spitito dell'uomo con la
natura che nonostante evolva con lui artificiosamente resta l'origine
della vita, che perde equilibrio se alterato dall uomo. L'ecologia
studia come preservare la natura cosi da poterne tramadare la bellezza e
il significato alle generazioni future, studiando il rapporto di vita-
morte che l'uomo sta dettando sulla natura si cerca di prevenire il
disastri causati dai diversi interventi. Penso che l'ecologia non studi
solo le cause e gli effetti sulla natura ma cerca di mantenere vivo il
rapporto di sintonia e rispetto che gli antichi avevano con
l'ecosistema. Carmen Callegaro
Greta De Marchi, classe 5as
Il concetto di deep ecology è stato coniato dal filosofo norvegese
Arne Næss nel 1973. Questa filosofia ambientale denominata "ecologia
profonda" nasce come protesta nei confronti della mentalità finalizzata
puramente all'ottenimento del più elevato profitto e alle conseguenze
della rivoluzione industriale che hanno portato all'attuale situazione e
degrado ambientale in cui tutto gira intorno allo sfruttamento della
natura considerata semplicemente come necessità per favorire un modello
di vita antropocentrico.
Questo pensiero punta a considerare la natura non più subordinata
all'uomo, non più messa in secondo piano, non più maltratta o distrutta
ma poterla giudicare con rispetto e considerarla preziosa, degna di
difesa e ammirazione.
Sono convinta che questa visione del mondo rimandi all'idea di
una spiritualità della natura tipica del romanticismo, in quanto nell'Ottocento l'uomo ricercava un equilibrio, una sintonia con la natura, sentendosi parte
di essa. I romantici descrivevano il proprio
stato d'animo e i propri sentimenti attraverso l'immaginazione o la
visione di paesaggi che suscitavano in loro forti emozioni riuscendo
così ad apprezzarla pienamente e perfino ad omaggiarla.
Oltretutto, l'uomo romantico trovava nella natura il proprio rifugio e
la propria fuga dal mondo reale considerato oppressivo e
insoddisfacente.
Riguardo quest'aspetto un importante filosofo e scrittore
statunitense del settecento, Henry David Thoreau, intraprese un
importante esperimento "ecologico" diventando così uno dei padri
dell'ambientalismo: visse per ben due anni a stretto contatto con la
natura, riuscendo a sopravvivere solamente grazie al proprio lavoro e
alla propria fatica, per riuscire a "ritrovare se stesso" e vivere una
vita vera costellata da emozioni e sensazioni che solo la natura,
secondo il suo pensiero, sarebbe riuscita a fargli provare.
Il modo in cui l’uomo si comporta con la natura è cambiato
nel corso del tempo.
Mentre in passato si cercava di preservare l’equilibrio dell’ambiente,
del suolo e dell’habitat in cui viveva l’uomo in quanto egli era consapevole
che rappresentava una fonte inesauribile e fondamentale per vita di tutti.
Oggi invece con lo sviluppo delle tecnologie e con il
benessere in cui viviamo, la natura rappresenta soltanto un mezzo per poter
arrivare a scopi umani. Con le nostre attività distruggiamo ambienti naturali
fondamentali per gli equilibri del nostro pianeta, vengono effettuati
disboscamenti, sfruttiamo eccessivamente il territorio agricolo causando l’erosione
del suolo siamo responsabili della desertificazione che interessa le savane facciamo
scomparire per sempre numerose specie viventi che con noi dividono il pianeta, e
a causa delle sostanze nocive contaminiamo la Terra e le falde acquifere che costituiscono un
importante riserva d’acqua non solo per il suolo e l’ambiente ma soprattutto
per la popolazione. Infatti molte aree in cui sorgevano le falde l’uomo vi ha
costruito insediamenti comportando la distruzione di esse. I disastri
ambientali sono la conseguenza anche dell’accumolo di rifiuti nel mare, dei
fiumi, dell’inquinamento dell’aria e dell’effetto serra che creano problemi nel
cambiamento climatico.
Gli scienziati e gli ecologisti sono preoccupati di questa
situazione tanto che sono nate delle campagne per istruire in particolare le
nuove generazioni ad impegnarsi a rispettare l’ambiente.
L’ecologa ma anche la deep-eonomy, la nuova filosofia a
favore dell’ambientalismo si sta espandendo per prevenire la distruzione del
Pianeta ed evitare che l’egoismo dell’uomo non comprometta l’equilibrio
naturale.
Gandhi diceva dimenticare come scavare la terra e prendersi
cura del suolo è dimenticare noi stessi.
Giulia Alessandrini
Nessun commento:
Posta un commento